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Le news del 06.01.2008

Una proposta concreta per la valutazione delle scuole  

Lo scorso dicembre è stato pubblicato dall’INVALSI un documento, elaborato da Daniele Cecchi (università degli Studi di Milano), Andrea Ichino (Università degli Studi di Bologna) e Giorgio Vittadini (Università degli Studi Milano-Bicocca), che costituisce una proposta concreta per “Un sistema di misurazione degli apprendimenti per la valutazione delle scuole: finalità e aspetti metodologici".
Il dibattito intorno alla necessità di migliorare le performances degli alunni della scuola italiana, introducendo strumenti di valutazione a vari livelli all’interno del sistema, è ormai da tempo avviato. E’, inoltre, ampiamente condivisa l’idea che per aumentare la qualità dell’istruzione è necessario individuarne i punti di forza e di debolezza e che ciò può essere fatto solo introducendo un sistema di valutazione oggettivo e indipendente. Uno strumento di questo tipo consentirebbe di intervenire per correggere le situazioni non rispondenti agli obiettivi generali e per dare il giusto rilievo alle esperienze di eccellenza.

I tempi sembrano quindi maturi per ragionare sulle caratteristiche che un tale sistema deve possedere.  

Rimandando alla lettura completa del documento, ne riassumiamo di seguito le caratteristiche salienti e gli aspetti più interessanti.
Alla base della valutazione delle singole istituzioni scolastiche è posta la misurazione dell’apprendimento degli studenti, condotta in modo da isolare il “valore aggiunto” dalle condizioni di partenza e di contesto in cui vivono gli studenti. Per consentire la comparabilità trasversale dei risultati, sarà necessario un sistema standardizzato di valutazione e un insieme di criteri condivisi. Il secondo elemento portante della proposta è la costituzione di un’Anagrafe Scolastica Nazionale, che segua tutti gli studenti nel tempo, consentendo di isolare quanto dei loro risultati scolastici dipende dagli studenti stessi, da quanto è da attribuirsi all’ambiente familiare, alle scuole frequentate, ai singoli insegnanti. In ultimo, gli estensori del documento ritengono che debba essere dato a tutti gli operatori della scuola il tempo di conoscere il sistema di valutazione, così da apprezzarne l’affidabilità e accettarne le conseguenze.  

La proposta enuclea nel dettaglio le azioni da compiere, valutandone modalità, tempi e costi.
Riguardo la misurazione degli apprendimenti degli studenti, si prevede di somministrare dall’a.s. 2008-2009 prove standardizzate di italiano e matematica agli studenti delle seconde e delle quinte classi della scuola primaria, mediante somministratori esterni e con correzione centralizzata a livello nazionale. Negli anni successivi, poi, si prevede di estendere le prove anche alle altre discipline e l’introduzione di prove analoghe per la scuola secondaria, nelle classi terze del primo ciclo e nelle seconde e quinte del secondo ciclo. In particolare, per le classi quinte del secondo ciclo le prove dovrebbero essere somministrate nel mese di aprile, così da essere rilevanti ai fini dell’ammissione agli esami di stato e da contribuire ai crediti coi quali lo studente si presenta allo stesso.
Il progetto prevede l’istituzione di un corpo di somministratori esterni e di uno di correttori che si occupi adeguatamente delle eventuali domande con risposte aperte.
Dei costi di questo come degli altri aspetti viene fornita una stima dettagliata, prevedendo una prima fase di somministrazione sperimentale su un campione e una successiva messa a regime del sistema.
Interessante è poi l’individuazione delle modalità di diffusione dei risultati, che prevede che ad ogni studente sia restituito il punteggio ottenuto, affiancato da dati che consentano di separare ciò che può essere attribuito allo studente stesso, da ciò che può invece essere attributo alla scuola ed ai suoi insegnanti, al contesto socioeconomico e familiare. Si prevede che ad ogni studente sia restituito oltre al suo risultato individuale anche il suo posizionamento nelle distribuzioni degli indicatori sia riguardo la sua scuola, che riguardo la sua regione e l’intera nazione. A ciascuna scuola, invece, saranno inviati i dati dei suoi studenti insieme al posizionamento nazionale.
Una volta a regime, si prevede che i risultati della valutazione oltre ad essere utilizzati per individuare le aree problematiche del sistema scolastico, potranno essere collegati a misure premianti o penalizzanti per i budget delle scuole, dopo che siano stati fissati con chiarezza gli obiettivi che le scuole devono raggiungere e i premi e le penalità derivanti dal raggiungimento degli obiettivi, ma soprattutto una volta che le scuole abbiano ricevuto gli strumenti e l’autonomia necessaria per raggiungerli.  

Questo tipo di sistema presuppone, quindi, che docenti e dirigenti dispongano di strumenti adeguati e che la scuola abbia una reale autonomia nella definizione dell’offerta formativa e nella gestione delle risorse umane e materiali. Si tratta, insomma, di affrontare il problema del reclutamento degli insegnanti, della loro formazione in ingresso e dell’aggiornamento in servizio, del reclutamento e della rimozione eventuale dei dirigenti che non raggiungessero adeguati risultati, dell’attribuzione di parte delle risorse agli insegnanti meritevoli in modo autonomo da parte delle scuole, in modo da dare vita ad un sistema di incentivazione che premi ciascuno secondo gli obiettivi raggiunti.
E’ ormai ineludibile le necessità di concedere alle scuole reali spazi di autonomia, e contemporaneamente introdurre la valutazione come elemento di governo del sistema scolastico a tutti i livelli.  Ciò richiede volontà politica ma anche risorse, perché organizzare una rigorosa somministrazione esterna non è cosa semplice, né dal punto di vista finanziario ed organizzativo né per ciò che riguarda la messa a punto di prove standardizzate  e indicatori comuni e condivisi coi quali confrontarsi, che consentano di rilevare non soltanto gli apprendimenti degli alunni, ma anche altri aspetti significativi come i processi in atto nella scuola, quali la didattica, il clima, le risorse materiali e umane impegnate. Non va sottovalutata, poi, la necessità di accompagnare puntualmente il processo con attività di formazione per i docenti, che li rendano consapevoli dell’attività e che consentano loro di condividerne metodologie e finalità.