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Le news del 10.07.2007

Esame di Stato 2007: c’è ancora da migliorare

Il lavoro delle Commissioni per gli Esami di Stato è giunto alla fase conclusiva dei colloqui con i candidati. Si può fare, quindi, un primo bilancio delle attività e dell’impatto dei cambiamenti introdotti quest’anno, con la legge n. 1 dell’11 gennaio 2007, sullo svolgimento delle operazioni.

La reintroduzione delle commissioni miste ha dato il segno della volontà di restituire a questo atto, importante sia dal punto di vista formale, in quanto essenziale per garantire il valore legale del titolo di studio, che formativo, un necessario elemento di maggior rigore e significatività.

La realizzazione, tuttavia, non è stata all’altezza delle aspettative: le esigenze del contenimento della spesa, che sempre caratterizzano le iniziative per la scuola, contrariamente alle dichiarazioni di intenti che continuano a proclamarne la centralità e la priorità, hanno fatto sì che le nomine dei commissari esterni avvenissero nell’ambito della stessa provincia. Molti sono i casi di commissari che hanno conoscenza diretta dei colleghi commissari interni e delle scuole in cui si trovano a svolgere la loro funzione, per aver prestato servizio in quelle sedi anche in anni immediatamente precedenti a questo. Per non dire dei numerosi casi in cui si è verificato il mutuo scambio di docenti tra due scuole. La stima e la fiducia nella professionalità dei colleghi è assoluta, ma il dubbio è che tutto si possa esser risolto in un inutile e poco produttivo sforzo di energie e di fondi che avrebbero trovato più utile destinazione è legittimo.

Che dire poi sugli importi previsti per l’espletamento dell’incarico? Non è accettabile il solito commento di popolo, secondo il quale si tratta di uno degli impegni previsti dalla professione, perché così non è in quanto non espletato indistintamente da tutti. A fronte quindi dell’effettivo impegno di lavoro richiesto a ciascuno, che è non difficilmente quantificabile, il compenso previsto è irrisorio e offensivo della professionalità dei docenti. Nessuno stupore, quindi, che circa il 40% dei nominati, commissari e presidenti di commissione, abbiano rinunciato all’incarico, determinando per i docenti la necessità di una tempestiva sostituzione con personale neolaureato, non in possesso dell’esperienza professionale adeguata per garantire la qualità delle operazioni.

Sarà il caso di rifletterci su e di cercare soluzioni migliori, decidendo una volta per tutte che la scuola è centrale nelle strategie di crescita economica e democratica di un paese e dando credibilità alle dichiarazioni d’intenti con stanziamenti considerevoli. L’occasione dell’approvazione del Dpef è quanto mai propizia.